lunedì 19 aprile 2010

La paragonite,una moda tutta italiana.

Scrive Israel che fare paragoni è cosa inevitabile,naturale,giusta.Il problema ,per l'appunto,è proprio nella fondatezza dei paragoni e degli accostamenti.Prendiamo il genocidio ruandese:non è stato forse abbondantemente provato che lo sterminio degli ebrei ne è stato il modello costitutivo?Al contrario è una cialtroneria asserire che in Palestina è in corso una Shoah e che il centro di Lampedusa è un lager nazista.Tanto più quando coloro che fanno questi accostamenti sono gli stessi che dicono che i Gulag non possono essere paragonati al male supremo e inconfrontabile della Shoah:Il Gulag era molto meno efferrato,perchè,scrive Israel,l'ho udito in un convegno di storici,almeno il Gulag aveva una finalità positiva ,il lavoro.Guarda caso all'ingresso dei lager nazisti campeggiava la scritta"Il lavoro rende liberi".Gli ebrei stessi per mesi e mesi pensarono che i deportati fossero utilizzati in lavori e regolarmente retribuiti.Se c'è una caratteristica distintiva del male del Novecento e di cui il Lager ,ma anche il Gulag,sono il simbolo,l'espressione suprema e il modello,è l'idea di plasmare ex novo il corpo sociale con qualsiasi mezzo,fino alla soppressione di parti intere di esso ,ricorrendo a principi e metodi scientifici e secondo criteri di massima efficienza.E' il mito della palingenesi sociale,anticipato profeticamente da Dostoevski.

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