sabato 26 settembre 2009

Cossiga:tangenti e puttane di cento anni fa.

Nel saggio"Italiani sono sempre gli altri"(Oscar Mondadori) Cossiga ci invita ad una giusta riflessione su due periodi storici,quello di Tangentopoli,allora Bancopoli, le puttane di Francesco Crispi,Presidente del Consiglio ed eroe garibaldino,e le donnine di Berlusconi.E' un'analisi serena che parte da una scena primaria ,come dicono i seguaci di Freud,destinata a segnare i caratteri forti di un popolo.Tutto ebbe inizio nel novembre del '93,quando Giovanni Giolitti,costretto alle dimissioni da un gigantesco scandalo bancario,scese dal suo scanno per consegnare al presidennte della Camera un voluminoso plico contenente documenti compromettenti contro Francesco Crispi,capo del governo in carica.Lo scandalo della Banca di Roma in tre anni di indagini aveva raggiunto il massimo portando davani al giudice ben tre Presidenti del Consiglio,sei ministri,53 deputati,42 giornalisti compiacenti,35 alti funzionari dello stato ,71 dirigenti bancari,magnati,filantropi,imbroglioni e millantatori.Quel giorno nacque la questione morale(di fatto non è mai morta),espressione coniata da Felice Cavallotti,detto il bardo della democrazia.Era stato Crispi a far dimettere Giolitti per lo scandalo della Banca Romana e ora gli si ritorceva contro.Nel plico c'erano lettere che scagionavano Giolitti e accusavano Crispi e i suoi adepti.Ma l'aspetto più interessante era determinato dalla presenza di ben 102 lettere che la moglie di Crispi aveva inviato al vecchio servitore di casa:"Vi ordino di non portare più puttane a don Ciccio(Francesco).Se tornando a Roma mi accorgo che avete portato femmine,vi darò un calcio nel culo e vi manderò fuori dai coglioni."Così scriveva donna Lina ,insignita dal re del Collare dell'Annunziata.La notizia fece il giro del mondo,pur non essendoci ancora radio e televisioni.Crispi non resse.

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