domenica 14 febbraio 2010

La morte di Moro.

La vigliaccheria degli assassini delle Br raggiunse il culmine con l'0micidio di Aldo Moro,un uomo mite ,un politico bravo e amato,uno studioso ammirato da tutti.Il dolore che provai alla notizia che il corpo di Moro era stato trovato nel portabagagli di una Renault rossa ,fu secondo a quello della morte di mia madre.Oltre che addolorati ci sentimmo offesi nella nostra concezione di società libera che aveva rifiutato la violenza. Gli assassini delle Br scaricarono il loro odio verso chi in fondo lavorava anche per loro,per allargare la base democratica del paese.Essi nascevano dalla costola violenta del Pci ,quella che aveva sempre ritenuta incompiuta la lotta di liberazione che si era fermata sulla soglia della democrazia tracciata il 18 aprile.I discendenti di Secchia si erano dati alla lotta armata contro lo stato e contro la Dc che rappresentava l'ostacolo più forte ai loro disegni eversivi.Appresa la notizia,fu organizzato un corteo da parte di tutte le forze politiche,un corteo che voleva evidenziare la forza della democrazia.Sfilammo dalla sede della Dc ma quando fummo presso palazzo Dosi dovemmo registrare le risa di scherno di alcune decine di post sessantottini,in eskimo e con i capelli lunghi e sporchi.Sono gli extra parlamentari,i simpatizzanti delle Br,sussurrò qualcuno.Dovemmo fare un atto di forza per bloccare alcuni amici che volevano dare una lezione ai giovani in eskimo.A distanza di anni ,in una cena ,un commensale mi disse ,con aria di sfida ,che la sua giornata più bella fu quella della morte di Moro.Mi alzai di scatto e lo ingiuriai dinanzi a tutti.In altri tempi non sarebbe finita così.

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